Questa mattina ho partecipato al presidio organizzato dal personale medico e paramedico all’ingresso dell’Ospedale San Bortolo per esprimere affetto e solidarietà alla dottoressa rimasta vittima dell’inammissibile aggressione di ieri al Pronto Soccorso.
Abbiamo dimenticato troppo in fretta l’enorme debito di gratitudine che abbiamo maturato nella pandemia verso il nostro personale sanitario: medici, infermieri, operatori. Lo vediamo in tante cose: la mancanza di rispetto che diventa persino pretesa, aggressione, violenza cieca come in questo e in troppi altri casi; ma anche nella costante riduzione degli investimenti sulla sanità pubblica, a tutti i livelli, in un modo preoccupante e miope. Invece dovremmo, come politica e come collettività, coltivare la centralità di queste professioni nel pubblico, e non spingerle alla fuga verso il privato.
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